La pratica del fisio Parte 4

18.07.2024 Author: kamal Kant
Krankenschwester fixiert patient

Solo ora Sara notò che c'era un'altra porta sul lato dello studio medico. Daniela l'aprì e condusse Sara in una piccola anticamera, dove c'erano altre due porte.

Daniela afferrò Sara, legata indifesa, per uno dei passanti della camicia di forza, la spinse nell'anticamera e aprì una delle porte. Sara notò che nella stanza adiacente tutte le pareti e perfino il pavimento erano ricoperti da una spessa tappezzeria bianca, probabilmente una specie di finta pelle!

La cosiddetta sala d'attesa individuale non era altro che una cella imbottita di circa 2 × 3 m. E non c'era dubbio che Sara avrebbe trascorso lì almeno le due ore successive, sola e indifesa, legata strettamente in una spietata e stretta camicia di forza.

All'improvviso Sara si sentì mancare le ginocchia. Non fu una grande sorpresa quando Daniela le diede una spinta per sfondare la porta della cella, finendo proprio nel mezzo del pavimento imbottito della cella. Il terreno era davvero molto morbido, perché lei non si fece male cadendo su un fianco.

"Rilassati, tesoro!" ripeté Daniela con il suo grande sorriso. Sara si rese conto lentamente di non aver avuto le idee chiare sul gioco in cui si era cacciata. Il brusco cambiamento di tono e la scelta delle parole da parte di Daniela sembravano indicare che questa struttura aveva solo un legame molto limitato con il sistema sanitario. Daniela chiuse la porta, che naturalmente era imbottita anche all'interno della cella.

Sara si accovacciò sul pavimento e si guardò intorno. Sembrava che ci fosse una piccola fessura di osservazione nella porta e una luce piuttosto debole, proveniente da un'illuminazione indiretta, li illuminava dal soffitto. Sara riuscì ad alzarsi in piedi con la parte superiore del corpo legata e a guardare attraverso la fessura della porta. Ma il vetro era ovviamente a specchio e lei non riusciva a vedere nulla. All'improvviso fu sopraffatta dalla rabbia: "Aprite la porta, stronzi! Fatemi uscire!" Ma non accadde nulla. Non si sentiva più nulla. A quanto pare l'imbottitura della cella aveva un forte effetto isolante acustico. Sara ripeté i suoi richiami, ma tutto restò in silenzio.

In realtà non deve essere poi così difficile liberarsi da una camicia di forza come quella, pensò Sara. L'aveva visto in alcuni programmi televisivi. Ma per quanto si piegasse e tirasse forte, nella giacca non c'era più spazio. Non poteva allargare le braccia, né alzarle o abbassarle in alcun modo. Le braccia di Sara furono legate fino a renderla completamente incapace di muoversi. In un gesto disperato, tirò con tutte le sue forze in tutti i punti contemporaneamente, ma nulla sulla giacca ne cambiò la posizione. L'unica cosa che accadde fu che la cintura larga circa 5 cm si fece sentire attraverso il suo cavallo in un modo stranamente erotico. Dopo un po' si arrabbiò così tanto che cominciò a urlare: "Aiuto! Fatemi uscire di qui! Sporchi maiali!" Non è successo niente.

Dopo un momento, la voce di Daniela apparentemente proveniva da un piccolo altoparlante nascosto sul soffitto: "Stai bene, tesoro! Rilassati! Il tuo turno verrà dopo! E se continui a fare questo baccano, dovrò... hmmm... prolungare la tua immobilizzazione! E intendo 'silenzio' nel vero senso della parola! Hai sentito che il dottore mi ha dato il permesso di reagire di conseguenza a qualsiasi possibile indisposizione!" Di nuovo silenzio.

Sara si sedette sul pavimento della cella e in realtà voleva provare a rilassarsi. Ma più ci pensava, più si arrabbiava.Il successivo sfogo emotivo arrivò subito: "Questa è privazione della libertà, stronzi! Vi denuncio tutti! Non potete farmi questo!" Sara ripeté queste urla ancora qualche volta, ma non sembrava accadere nulla. All'improvviso la porta della cella si aprì e Sara si sentì sollevata al pensiero di essere stata liberata. Ora hanno capito, pensò tra sé.

Non fu il medico ad entrare, ma di nuovo Daniela, con un'espressione molto severa sul viso. Daniela si fermò davanti a Sara legata, nascondendo le mani dietro la schiena. Rimasero per un momento uno di fronte all'altra e Sara cercò di assumere un'espressione severa quanto Daniela. Sara notò che l'abbigliamento di Daniela era apparentemente cambiato un po'. Sebbene indossasse ancora il camice bianco, come di consueto per i professionisti del settore medico, era decisamente troppo corto! Daniela indossava anche tacchi sorprendentemente alti e le calze a rete bianche non sembravano adatte al personale medico. Per non parlare delle bretelle che spuntavano dal fondo del cappotto decisamente troppo corto. In qualche modo non sembrava appropriato che Daniela nascondesse qualcosa dietro la schiena.

In realtà, è stato come fischiare al vento quando Sara ha detto: "Grazie per essere venuti e per avermi liberato di nuovo dalla camicia di forza!" Daniela non disse nulla, ma lasciò cadere tutto ciò che aveva nascosto dietro la schiena. Afferrò di nuovo Sara per uno dei passanti della giacca e la spinse sul terreno morbido. Poi Daniela girò Sara a pancia in giù e si accovacciò sulla sua schiena. Sara notò che Daniela stava evidentemente cercando di infilarsi in bocca qualcosa di simile a una grande palla di gomma rossa. Perciò tenne subito la bocca ben chiusa. Ma all'improvviso Daniela pizzicò il naso di Sara, legata e indifesa. Allora Sara aprì istintivamente la bocca per respirare e... wow! Daniela le aveva infilato la pallina in bocca, proprio dietro i denti.

Sara notò che questa palla sembrava fatta di silicone o qualcosa di simile. Perché in un certo senso era molto tenero. Quando lo morse, cedette un po', ma quando cercò di morderlo più a fondo, diventò duro come una roccia. Oltretutto, questo morso era piuttosto faticoso perché la palla sembrava piuttosto grande. Quando rilassò la mascella, la palla le aprì la bocca e la riempì completamente, tanto che, nella migliore delle ipotesi, Sara riuscì solo a pronunciare un "Mmmmmmpf!" molto soffocato. Sara riusciva anche a sentire quella che sembrava una cinghia che le veniva stretta strettamente attorno al collo...

... segue il seguito

- Ligoteur


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