Achim con il terapeuta parte 2
27.12.2024 Author: Shopify Dev
Solo ora Achim si accorse che la stanza non aveva finestre e che la porta non aveva maniglia, solo una serratura. Apparentemente un ulteriore simbolo di ineluttabilità. In realtà, pensò, era inutile perché una volta legato qualcuno a quel letto, non sarebbe più riuscito a liberarsi...
Ci fu un breve momento claustrofobico quando Achim realizzò tutto questo. Poi fece qualche respiro profondo per riprendersi prima di togliersi la maglietta e i pantaloni e raccogliere il cosiddetto sistema di ritenuta della coda.
Il nervosismo e l'eccitazione smorzarono al minimo la sua eccitazione, così alla fine mise di nuovo da parte il giocattolo. Non faceva per lui limitarsi a starsene sdraiato e lasciare che tutto gli accadesse. Voleva anche essere conquistato, preferibilmente con un tenero e solletico preliminare.
Tuttavia la camicia di forza appesa al gancio esercitava su di lui un'attrazione magica. Affascinato, li esaminò attentamente. I peli sulla nuca gli si rizzarono quando vide le maniche lunghe con le spesse cinghie alle estremità. Aveva sempre sognato di trovarsi impotente in una situazione del genere, di contorcersi sotto le mani abili di una donna. Questo sogno potrebbe realizzarsi oggi?
Mentre si allungava per togliere la camicia di forza dal gancio, all'improvviso venne afferrato da dietro. Due mani sorprendentemente potenti gli penetrarono in profondità nelle costole e nei fianchi, facendolo cadere in avanti con una risata. Ma il solletico non cessò, anzi, divenne più intenso e lo fece deragliare completamente.
Martina si era intrufolata silenziosamente e lo aveva sorpreso con tocchi mirati sui suoi lati sensibili. Letteralmente cadde in ginocchio dalle risate e dal solletico.
"Sei un monello! Non ti avevo detto di sdraiarti e aspettarmi? A cosa stai pensando, a curiosare qui intorno? Aspetta e vedrai, devo farti tornare in te..." lo rimproverò con tono finto e severo. Lo solleticò con tanta abilità che alla fine lui si contorse sul pavimento e rise senza fiato.
In realtà era molto più forte di Martina. Ma lei colpì i suoi punti più sensibili con tanta precisione che lui divenne sempre più indifeso. Alla fine, non si rese conto di cosa gli stesse succedendo quando lei gli afferrò la camicia di forza e lo legò ad essa con pochi movimenti. Certo, non ha opposto molta resistenza, anzi, ha anche dato una piccola mano. Ben presto le sue braccia furono strette strettamente attorno al corpo e non riuscì più a muoverle.
Martina lo aiutò ad alzarsi e lo condusse al letto. Giaceva obbedientemente sulla schiena. Notò che il suo pezzo migliore si era risvegliato in gioiosa attesa e stava creando un rigonfiamento evidente nel tessuto succinto del suo perizoma.
Martina gli legò le caviglie con delle manette di cuoio ben divaricate ai montanti inferiori del letto. Poi gli diede un bacio delicato sul naso e gli bendò gli occhi con un panno.
"Pronta per la mia terapia molto speciale per pazienti particolarmente indisciplinati?" Una risata divertita risuonò nella sua voce e Achim annuì silenziosamente, pieno di anticipazione.
Mentre giaceva lì, Achim cercò di esplorare lo spazio di manovra che gli rimaneva. Le sue braccia erano strette attorno al corpo; non c'era via di fuga. Ma probabilmente avrebbe potuto comunque sedersi: anche la fissazione dei piedi lo avrebbe aiutato.
I suoi piedi, però, sporgevano dalle manette, nudi e indifesi. Ascoltò attentamente il respiro di Andrea per capire dove si trovasse. Avrebbe preso posizione strategicamente ai piedi del letto?
Non sembrava essere questo il caso.Invece, la sentì dire accanto a lui: "Beh, sembra che ti senta molto a tuo agio qui!"
Un lampo di intensa eccitazione lo attraversò quando lei gli toccò per una frazione di secondo il rigonfiamento del perizoma. Cosa succederebbe ora?
La risposta non si fece attendere...
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- Ligoteur
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